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Zumbi, Quilombos e Palmares
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Il 20 di dicembre del 1995 il Presidente del Brasile, Fernando Henrique Cardoso, andò nella Serra da Barriga, nello Stato dell’Alagoas, per ricordare la distruzione del “Quilombo de Palmares” e la morte del suo capo, Zumbi, nel 1695. Cardoso ricordò come Zumbi non fosse stato solo un eroe negro ma, per il suo desiderio di libertà, un eroe brasiliano.
I negri che venivano portati come schiavi in Brasile non sempre accettavano supinamente la nuova condizione. Le reazioni erano le più diverse alle dure condizioni di lavoro e di sfruttamento a cui erano sottoposti. La fuga verso l’interno, verso aree non ancora raggiunte dalla colonizzazione portoghese, in mezzo a foreste impenetrabili, dove l’antico padrone non potesse più ritrovarli era una delle scelte possibili. Così per quattro secoli si sviluppò questo fenomeno a cui i signori delle fazende e le autorità coloniali rispondevano organizzando spedizioni per ricatturarli. I fuggitivi finivano per organizzarsi dando spesso vita a comunità più o meno grandi chiamate “Quilombos”. In esse gli ex schiavi vivevano in libertà, dedicandosi ad una agricoltura di sussistenza e spesso commerciando anche con i coloni bianchi. Ma i “Quilombos” rappresentavano un problema permanente perché erano un richiamo costante per gli schiavi e quindi un danno per i proprietari di fazendas che li avevano comprati per farli lavorare nella coltivazione della canna da zucchero. La maggior parte di queste comunità ebbe vita breve per gli attacchi dei coloni bianchi desiderosi di catturare gli schiavi e di occupare le terre da essi disboscate. Ve ne furono di famose e grandi come quelle di Malunguinho nel Pernambuco, vicino a Recife, o quella del fiume Das Mortes, nel Minas Gerais, la cui distruzione costò più di 4.000 morti. Ma la più famosa fu certamente quella di “Palmares”. Nata agli inizi del 1600 riuscì a mantenersi libera, quasi un vero e proprio Stato negro ed indipendente, per circa un centinaio d’anni con una popolazione che arrivò alle 20.000 anime, in un’area grande quanto la Sicilia.
È negli ultimi anni di esistenza di “Palmares” che comparve la figura, poi divenuta quasi leggendaria, di Zumbi. Si dice che fosse stato rapito da piccolo e successivamente donato al vicario di Porto Calvo che lo allevò dandogli una buona educazione. Nel 1670, a 15 anni, ritornò a Palmares, colto ed intelligente: in poco tempo divenne il capo di “Palmares” e affrontò una grande offensiva dei bianchi che avevano assoldato un abile paulista, Domingos Jorge Velho, proprio per distruggere il grande “Quilombo”. Dopo molte battaglie, per la superiorità numerica e dell’armamento, “Palmares” fu distrutta nel 1694. Zumbi riuscì a sfuggire alla morte e per un anno ancora inflisse dure perdite ai coloni con azioni di guerriglia. Infine, per un tradimento, fu massacrato con i sei compagni rimastigli al fianco. Era il 20 novembre del 1695. Quella data è stata scelta per celebrare il “Giorno della coscienza negra”, ovvero per rivendicare da parte degli afro-brasiliani le proprie radici culturali africane.
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