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Il miracolo della rinascita
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Ma ecco che nel 1991 torna ad essere per la terza volta governatore dello Stato di Bahia, dopo aver ricoperto anche la carica di sindaco, Antonio Carlos Magalhães (chiamato anche, data la grande notorietà, brevemente ACM), figura storica della politica locale e uno dei protagonisti della intelligente uscita dal regime dei “Colonnelli” degli anni Ottanta e del ristabilimento di un sistema democratico in Brasile. L’uomo, forte tempra di realizzatore e di grande esperienza amministrativa, accetta la sfida: recuperare a vera vita il Pelourinho. Nel 1967 aveva ordinato degli interventi ma i suoi frutti erano stati scarsi. I restauri di edifici si erano svolti in un ambiente dove la popolazione per la sua estrema povertà non era in grado di assicurarne la conservazione. ACM chiama così alla direzione dell’“Instituto do Patrimonio Artistico e Cultural da Bahia - IPAC” l’antropologo Vivaldo da Costa Lima. Nel ’91, insieme al sociologo Luciano Diniz Borges e all’architetto Maria Adriana Almeida Couto de Castro, elaborano un progetto per il recupero del Pelourinho chiamato “Termo de Referência”. Programmato in varie tappe (al momento siamo alla sesta) prevede, non solo il restauro degli edifici, ma anche la ricostruzione di quelli diroccati.
Un recupero che comprende l’installazione di quei servizi necessari alla vita moderna: acqua corrente, impianto fognario, luce elettrica, telefono e una rete antincendio. Infatti negli anni Sessanta ben 250 incendi vi avevano arrecato serissimi danni. Decine e decine di milioni di dollari di spesa furono previsti e reperiti dallo Stato di Bahia.
Gli ostacoli più grandi non erano quelli tecnico urbanistici, ma bensì, quelli della collocazione degli abitanti durante i lavori. Tutti furono registrati e chiamati dal Servizio Sociale dell’IPAC. Furono offerte varie soluzioni, la maggioranza optò per un rimborso lasciando vuoti i locali. Altri accettarono trasferimenti in abitazioni messe a disposizione dal governo; altri ritornarono nei locali ristrutturati pagando un regolare affitto. Prima ancora si era dovuto risolvere il problema dei proprietari degli immobili da restaurare, anche per cercare, recuperando fondi, di abbassare i costi di ristrutturazione. Diverse furono le soluzioni adottate: chi aveva due immobili ne dava uno allo Stato, altri li hanno dati in comodato allo Stato e li riavranno fra dieci anni. Non sono mancati alcuni espropri nei casi più difficili.
Nei lavori ci si è mantenuti fedeli alla vecchia struttura urbanistica, anche se delle eccezioni sono state fatte per alcuni cortili interni che, uniti, hanno consentito di creare piazzette (“Praças”), per trovare luoghi aperti per le attività culturali e d’incontro. Non è stato dimenticato il problema dei parcheggi. Due spazi, facili da raggiungere e con più di seicento posti macchina, hanno assicurato un parcheggio comodo e sicuro.
Con l’aiuto del “Banco do Brasil” è stato anche possibile restaurare due grandi complessi religiosi di eccezionale valore storico ed artistico: la Catedral Basilica, che così è stata riaperta al pubblico e il Convento Igreja de São Francisco.
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