|
|
La nuova vita
|
Il problema era quello di evitare che una volta terminati i lavori gli edifici e le strade restaurate non rimanessero luoghi deserti e senza vita. Fin dalla conclusione della prima tappa si cominciò a facilitare l’installazione di attività culturali, economiche e di divertimento. Così, accanto ai Musei Abelardo Rodriguez, Afro-Brasileiro, Da Cidade, das Portas do Carmo, do Convento do Carmo e Casa de Jorge Amado, si installarono nel rinato “Peló” ristoranti, bar, gallerie d’arte, studi di pittori e scultori, negozi di pietre preziose, banche, gioiellerie, centri di artigianato. A ciò si aggiunge il rilancio della tradizione “bohemien” e della cultura afro-brasiliana.
Gli “Ensaios” (le prove) del gruppo musicale Olodum e dei Filhos de Gandhi erano già da tempo presenze di grande rilievo e attrazione. La vecchia tradizione della messa vespertina del martedì in una chiesa del “Peló” con benedizione finale e successive bevute al suono di musica e canti, “Terças Feiras da Benção” riprese subito vigore e notorietà. In breve, il centro storico si rianimò. In un connubio perfettamente riuscito di cultura e divertimento la vita ha ripreso a scorrere nelle strade e nei palazzi dai colori rosa vibrante, giallo e azzurro. Turisti di ogni paese e baiani di ogni classe sociale e colore hanno ripreso ad andare nel “Peló”.
Per vedere un museo di giorno e per fare un acquisto o per passeggiare tra la splendida architettura coloniale che i portoghesi hanno portato dal loro paese; di notte per cenare, ascoltare musica, gironzolare e fare due chiacchiere. Il tutto in una totale sicurezza personale: coppie di poliziotti militari (la divisa dona decisamente di più alle poliziotte) vigilano con discreta fermezza. È però meglio evitare la domenica sera la piazza del Pelourinho quando suonano gli Olodum e scende dai quartieri più periferici qualche giovanottastro di troppo. Gli altri giorni è tutto tranquillo. Ma se non bastassero le iniziative private ad animare la vita musicale, culturale e notturna, il ministro della Cultura e Turismo Gaudenzi, ha varato un programma che si chiama “Pelourinho Dia e Noite”: danze, teatro e musica nelle strade e nelle piazze. Di giorno e di notte, tutti i giorni per tutto l’anno, specialmente nei periodi di bassa stagione per attirare la gente. Ormai lo “struscio” si svolge nel nuovo Pelourinho. Barra, che per lungo tempo è stata il centro della vita notturna della piccola e media borghesia, è irrimediabilmente deserta.
Il recupero di luoghi così carichi di storia insieme alla nascita di una vera e propria passione per l’eredità africana, fino a poco tempo fa vergognosamente dimenticata se non decisamente avversata, ha trovato entusiastici consensi nel mondo della cultura a Bahia e in tutto il Brasile. Non sono mancate critiche anche pesanti alla trasformazione del “Pelò”. In genere sono venute da pseudo intellettuali italiani o di origine italiana ai quali non va giù che i luoghi un tempo teatro della triste umanità dei romanzi di Jorge Amado siano oggi frequentati “da turisti in abiti da sera con gigantesche macchine da ripresa”. Questo atteggiamento critico non ha impedito loro di brigare per aver uno spazio nell’“orrido” Pelourinho. Il direttore dell’IPAC, l’architetto Adriana Castro, ha ricordato che non c’era scelta se non quella di lasciare la vecchia popolazione nella miseria con il continuo pericolo di crolli. La risposta più bella a queste incredibili critiche è stato l’entusiasmo con cui proprio il grande Jorge Amado ha ringraziato per il restauro.
|
|