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Sole e spiaggia
I baiani non hanno mai avuto un grande rapporto con il mare anche se la marineria locale, per secoli, ha attraversato l’Oceano Atlantico per andare a prendere schiavi in cambio dei prodotti locali costituiti da Cachaça di infima qualità, tabacco e attrezzi di ferro.
Il mare vuol dire per i baiani di oggi essenzialmente la navigazione all’interno della baia del Reconcavo su un tipo di battello chiamato “Saveiro” che è entrato ampiamente nell’anima popolare e nel folclore. Il vero rapporto forte e intenso tutti lo hanno con la spiaggia e il sole. È difficile trovare un popolo al mondo che apprezzi tanto la spiaggia e il sole o meglio la tintarella. Per queste due passioni non ci sono differenze sociali, di religione, di colore, di cultura.
Certamente vi sono spiagge popolari e zeppe di gente e spiagge eleganti e ben frequentate. Per dodici mesi l’anno, anche se in modo particolare nell’estate australe, basta un po’ di sole, un giorno di festa, un “ponte” perché decine di chilometri di spiaggia si affollino, alcuni all’inverosimile. In particolar modo le spiagge urbane, quelle raggiungibili con i trasporti pubblici; si riempiono non solo di giovani ma anche di vocianti nuclei familiari ben forniti di ogni tipo di cibo portato da casa. Ci sono poi i venditori ambulanti, e i gruppi di “Sambeiros” che suonano e ballano per ore in modo instancabile. La spiaggia è il luogo per passare il tempo, per gli incontri di ogni tipo, per le attività sportive di ogni genere. È un caos simpatico, rumoroso, variegato e piacevole che comincia in tarda mattinata e termina al calar del sole quando il popolo dei bagnanti prende d’assalto gli autobus che lo riporta, con ore di viaggio, nei lontani quartieri popolari.
Se trovate lo spettacolo troppo colorito vi basterà un’ora di macchina per giungere a spiagge più tranquille e meglio frequentate. Se anche le spiagge baiane hanno subito il destino comune a quasi tutte le altre città brasiliane di vedere costruire alle loro spalle muraglie di palazzi, bisogna dire che fuggire da questo non simpatico scenario è a Salvador facile: sono vicinissime decine di spiagge dove le palme da cocco e il suono del mare ci ricordano che ci troviamo ai tropici.
È utile sapere che a Bahia non esistono gli stabilimenti balneari dove ci si può cambiare e vi sono i servizi igienici. Ma troverete sempre da bere e sedie in affitto ai chioschi, le “barracas”. Ultimamente il Comune sta favorendo la costruzione di “barracas” molto belle, con sdraie e ombrelloni che offrono la possibilità di mangiare pesce e frutti di mare a volontà. Rimangono sempre scarsi i servizi igienici, quasi sconosciute le docce per il dopo bagno: il caldo fa asciugare rapidamente i costumi e i capelli rendendo così inutili le cabine degli stabilimenti. Troverete cartelli con la scritta “Impropria” e “Própria”: si riferiscono ai livelli di inquinamento del mare. I baiani li ignorano: non fate lo stesso. E non ignorate neppure le indicazioni del servizio “Salvamar”, il centro di salvataggio del Comune. Anche i migliori nuotatori non devono dimenticare che si trovano nell’Atlantico che ha correnti fortissime specialmente nei cambi di stagione. Pericolosissime sono quelle del mese di marzo. I baiani preferiscono non fare il bagno dopo piogge forti poiché i vari fiumiciattoli portano in mare di tutto. Se gli ultimi pescicani di Salvador sono finiti in spezzatino nelle pentole alcuni anni or sono, dovete stare attenti, anzi attentissimi, al sole. La brezza permanente vi inganna sulla forza dell’astro: mettetevi creme con fattore di protezione altissimo. E chi ha pelle delicata usi quelle con fattore 30. A Bahia si abbronzano tutti, compresi i neri che, come dicono, “se non prendono il sole sono molto pallidi”.

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